Proverbi e Detti

Se l' Mucrun a l'ha l' capel
o ca fa brut o ca fa bel,
Se l' Mucrun l'ha gni dau tut 
o ca fa bel o ca fa brut

Se il Monte Mucrone a il cappello (coperto di nuvole)
il tempo è brutto o bello
Se il Mucrone non ha il cappello (non ha nuvole)
il tempo e bello o brutto

La Bagna Cauda in tempo di Coronavirus

Cartelli, Scritte, Insegne divertenti

Falorgne = lucciole insetti
Grebbio = nebbia bassa
Auciava = verso il tramonto.
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Un sito interessante, sopratutto per i proverbi e le furbizie di vita napoletana
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San Medàrd


se piov a san medard par 40 dì fa la sua part!

se ha piòu a S. Medàrd piòu 40 dì e na pàrt!‬



Nel mondo della tradizione, il mese di giugno assegna la previsione meteorologica ai santi Medardo e Barnaba ai quali affidarsi per predire il tempo. Fino al 1582, prima della riforma gregoriana del calendario giuliano, il solstizio astronomico risultava spostato rispetto a quello allora conteggiato. Pertanto, per “mettere a posto il tempo”, nell’ottobre di quell’anno, in una sola notte, si passò direttamente dal giorno 5 al 15 dello stesso mese.

Nella memoria popolare, passati oltre quattro secoli, permane ancora il modo predittivo precedente, quando la ricorrenza liturgica dei santi Medardo e Barnaba cadeva a ridosso del solstizio d’estate «Sa pióu a San Medàrd, quaranta dì na vó part», vale a dire: “Se piove a San Medardo (8 giugno), continuerà a piovere per quaranta giorni”, letteralmente: “quaranta giorni vogliono la loro parte”. Questo modo di dire popolare è attestato, con piccole varianti lessicali, da Piedicavallo a Mosso Santa Maria. L’ineluttabilità predittiva che origina da questa previsione trova conforto in un’altra sentenza sapienziale raccolta a Torrazzo: «Sa pióu a San Midàrd pa quaranta dì na vó part, ma i è Barnabè ca i cupa i pè», ossia: “Se piove a San Medardo, continuerà a piovere per quaranta giorni, ma c’è San Barnaba (11 giugno), che gli taglia i piedi”, nel senso che se a San Barnaba fa bello, s’interrompe il cattivo tempo, perché “San Barnaba disfa quello che ha fatto Medardo”, sostiene un altro proverbio presente a Valmosca, frazione di Campiglia Cervo: «San Bàrnaba a disfa sciù ca l’a fac Medàrd”». A Lessona, nota per le sue vigne, si dice ancora che «Sa pióu a Santa Barnabà l’ua bianca as n’an va; sa pióu matin ai sèira ai va la bianca e cula nèira», “Se piove a San Barnaba, l’uva bianca è perduta; se piove mattina e sera è perduta quella bianca  e quella nera

sa fioca an tla foia ......a fà bel fin ca sa voja oppure altra versione: l'invern a dà nen noja.

SOLO IN PIEMONTE 

- Un bimbo non lo si partorisce ma lo si compra.
- L’insalata si mangia nel grilletto
- Ci si sporca con la pauta.
- Ciulando si fa sesso, o si ruba o si inganna.
- Si fanno le uova sode nel fuiotto.
- Se non hai voglia di ruscare, non vai in giro ma vai in girula
- Dopo il caffè c’è il pusacafè
- Qualcuno mangia il sanguis ma non si osa dirlo
- Se esci di strada puoi finire in una bialera o in una ciuenda
- C’è l’albero della gasia e qualcuno è verde come una gasia
- Si beve al turet
- In due, per pagare, si può fare mecia
- Puoi essere il nipote di barba Pinu e magna Cia
- Dicendo frocio magari stai solo parlando di tuo fratello
- Se  è bun’anima è sicuramente morto
- Sì  è stati tutti gagni e tutti i gagni hanno avuto almeno un babacio
- Ci si da appuntamento alla mezza
- Si può sbrinciare la maglia col sugo e spatarare le briciole per terra
- Si toglie la cracia
- Se vuoi spronare: “sah”.Se non ne vuoi più: “bon
- Si inizia con “ciao com’è”?
- Si lasciano due note di una sigaretta
- Nella bagna caoda si mettono i capinabò
- Ci sono le madame, le madamine e le tote (che possono diventare tutun)
- Si sta sotto la topia
- Si mangia nella piola
- Il muro può essere grutuluto
- Devi avere o le paterle o i patin per andare sul palchetto nel tinello
- C’è la ratavuloira, la boia panatera, il pitu e i babi. Meglio non star al pian dei babi
- Giuanin Lamiera ha fatto venire su i Napuli (o Mandarin)
- Si mangiano i ramasin
- Si fa merenda sinoira
- Puoi prenderti un bel badò
D’ogni modo” concludo ringraziando mia nonna, bun’anima, per la meravigliosa espressione “Mangio un asinello d’uva” e mio nonno, anche lui bun’anima, per aver arricchito il mio lessico con una marea di appellativi con cui caratterizzare, all’occorrenza, le persone. Parole di antica quanto tagliente efficacia:  badola balengo,ciaparat,fafiuché,piciu  (meglio ancora piciu ‘d nata), paiasu, babaciu, fagnan, patelavache, blagheur, betè, ciamporgna (modernizzato in ciampa), ciospa, pepia, cuntabale, gadan, gasepio.
Belle nè?

PROVERBI…… DETTI BIELLESI.......E NON….. 


Al temp al passà ...... sgarlo nen .....

Due amici in silenzio a volte si dicono di più che mille parole. (Sergio Bambarén)


Datemi il silenzio e sfiderò la notte. (Kahlil Gibran)


La vita è uno sport di contatto. (Plato, da Beetle Bailey)


Il mondo non ci è stato lasciato dai nostri padri, ma ciè dato in prestito dai nostri figli. /Proverbio africano)


Quandi si pensa troppo l'unico rimedio è ridere. (Massima Zen)


Chi si accontenta di essere contento è sempre contento. (Massima Zen)


chi ca sa fé feu, a sa fé 

chi sa preparare il fuoco sa fare (altro)


al culpe di végge arcaddo si jòvo
le colpe dei vecchi ricadono sui giovani


Proverbio Navajo : Attento mentre parli. Con le tue parole tu crei un mondo intorno a te.

L’uomo ha paura del tempo, ma il tempo ha paura delle piramidi. 


Quand che la Roèla (monte Rovella) ha la 'l capel a ch'a fa brut o ch'a fa bel


Sna sent ad culle che fa drizze la cua al pulle. 

TUC IUMA MANCA DA VAGNESE LA MICA 

AL PU BELLE IEN AN FUND AL SAC 

AN PARADIS AS VA MEN AN CAROZZA 

A VAL PIU LA PRATICA CHE LA GRAMATICA 

La saluti  l'é la più bèlla richessa d'is mundu 

Al béle manére custo gnènte e rèndo tant
Ten da cunt lu strument che la sunada à le lunga 

Sèt ebrèi a fan ‘n genuèis e sèt genuèis a fan ‘n bielès
Par cugnesse ‘n bieelèis ai van sèt agn e ‘n mèis, e dòp avèilu cugnusù i ureria mai avèilo augù. 

QUALE E' QUELLA COSA CHE UNA VOLTA DETTA NON ESISTE PIU' = il silenzio. 

Con la calma e la pazienza han fatto il buco del c..o anche a chi era senza. 

SOCIETA'  4  F  Srl. -   Fatta da 4 soci che sono  : FAM – FUM – FRECH – FASTIDE 




AS NE MAI TROP VEC PAR AMPRENDE
NON SI E MAI TROPPO VECCHI PER IMPARARE 

AL SA AN CUPU AN FOL A CAS SUA CHE N'AVUC CA DIET
NE SA DI  PIU UN MATTO A CASA SUA CHE UNA AVVOCATO A CASA DEGLI ALTRI

BUSCH AD PUNT E FUMNA AD PIAT TENNO SU LU STAT
LEGNO DI PUNTA E DONNA SUPINA SOSTENGONO UNO STATO;




EPICURO
NON SCIUPARE IL BENE CHE HAI COL DESIDERIO DI QUELLO CHE NON HAI.








Arthur SCHOPENHAUER
Tratto dal libro : Aforismi
stampato nel marzo 2009 da RL Gruppo Editoriale srl 47822 Santarcangelo di Romagna (RN)
  • E’ buona norma non nutrire un’opinione positiva o favorevole delle persone di nuova conoscenza, questo perché nella maggior parte dei casi si rimarrà delusi, con grande vergogna  o anche con danno.
  • La vita è come una bolla di sapone, che soffiamo e conserviamo per quanto è possibile, ma con l’assoluta certezza che prima o poi scoppierà
  • Avere una vita felice è impossibile. Il massimo che si può ottenere è una vita eroica.
  • Come su disco che ruota su stesso ogni punto corre tanto più velocemente, quanto è maggiore è la sua distanza dal centro, così per ogni individuo il tempo scorre sempre più veloce, a seconda della sua distanza dall’inizio della vita.
  • Qualsiasi cosa accada, dalla più grande alla più piccola, accade necessariamente.
  • Tutti vogliono vivere, ma nessuno sa perché.
  • Il sonno è per l’uomo ciò che la carica è per l’orologio.
  • Le spine. Non vi è rosa senza spine. Ma vi sono parecchie spine senza rose.
  • E’ più sicuro contare sulla paura che sulla fiducia.
  • L’ostentare una qualità, il vantarsene, è una pubblica ammissione che in realtà non la si possiede.
  • La mosca. Bisognerebbe scegliere la mosca a simbolo della sfacciataggine e dell’insolenza degli stupidi. Infatti, mentre tutti gli animali temono più di ogni altra cosa l’uomo e lo sfuggono già da lontano, la mosca gli si posa sul naso.
  • La vecchiaia smorza l’invidia per metà, la morte del tutto.
  • Non dire al tuo amico ciò che il tuo nemico non deve sapere.
  • Un mendicante sano è più felice di un re ammalato.
  • La lettura. Leggere significa pensare con la testa altrui invece che con la propria.
  • Il romanziere non ha il compito di narrare i grandi avvenimenti, bensì di rendere i piccoli interessanti.
  • La memoria. La memoria è un’entità capricciosa e bizzarra, paragonabile ad una giovane ragazza: a volte, in modo del tutto inatteso, rifiuta di offrirci ciò che ha dato in altri cento casi, e poi, quando non ci si pensa più, ce lo porge di sua spontanea volontà.
  • La condizione per essere saggio è vivere in un mondo di pazzi.
  • Gli uomini modificano sentimenti e comportamento con la stessa rapidità con cui variano i loro interessi.
  • La cattiveria è la colla che tiene attaccati gli uomini l’uno all’altro. Chi non ne ha abbastanza si stacca e cade.
  • Il turismo. La vita da nomadi, che indica il grado più basso della civiltà, si ritrova al grado più alto nella generalizzata vita da turisti. La prima fu causata dalla necessità, la seconda dalla noia.